Tindaya – Recensione

Autore Lolo Gonzalez
Editore Cranio Creations
N. di giocatori 1-4
Durata media 120 minuti
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Tindaya è un gioco dello spagnolo Lolo Gonzalez, al suo esordio come autore, e illustrato dal suo compatriota Javier Gonzalez Cava, già illustratore di diversi titoli di successo come Caverna di Uwe Rosenberg, Cooper Island e diversi altri. Tindaya è pubblicato in italiano da Cranio Creations.
Si tratta di un gioco per esperti dalla durata piuttosto sostenuta e che dispone di una modalità cooperativa e di una modalità competitiva. Come appassionati di giochi competitivi e non molto appassionati di coop abbiamo provato la modalità competitiva per capire se un gioco nato come collaborativo potesse essere interessante anche per giocatori competitivi. Riuscirà a convincere anche gli appassionati di giochi competitivi? Scopriamolo in questo articolo.
Tindaya: breve panoramica del gioco
All’epoca in cui i primi conquistadores esploravano terre ancora sconosciute le isole Canarie erano popolate da tribù di nativi che si aiutavano a vicenda per sopravvivere in un ambiente spesso soggetto a catastrofi, che le popolazioni attribuivano all’ira di due divinità capricciose. In questo contesto di costante e repentino mutamento ogni giocatore sarà alla guida di una tribù allo scopo di mantenere il controllo dell’arcipelago, raggiungendo una serie di obiettivi comuni o gareggiando per ottenere il maggior numero di punti. Questo starà a voi deciderlo. Benvenuti in Tindaya! Tindaya è un gioco cooperativo che include anche un modulo competitivo.

In Tindaya da due a quattro giocatori si ritrovano nell’arcipelago delle Canarie a cercare di sopravvivere in un mondo con poche risorse e divinità iraconde pronte a scatenare catastrofi di ogni genere. Come se non bastasse, i giocatori dovranno anche fare i conti con agguerriti conquistadores pronti a tutto pur di mettere le mani sulle isole e le loro risorse.

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Come si capisce subito leggendo il regolamento e affrontando l’impegnativo setup, il gioco è di quelli complicati. L’azione si svolge in tre era intervallate da fasi di gestione delle divinità e dei conquistadores, ma può anche finire prima con la sconfitta di tutti i giocatori se si verificano alcune condizioni predefinite (ad esempio un giocatore rimane senza un tipo di pedine di gioco). Questo è un primo aspetto che può far storcere il naso agli amanti dei competitivi puri.

Nel corso di ciascuna delle tre ere i giocatori saranno chiamati e sviluppare le proprie tecnologie (chiamate “mestieri” nel gioco), produrre risorse, combattere i conquistadores, commerciare (anche tra i giocatori stessi) e fare offerte agli dei. Il meccanismo delle offerte è molto cooperativo e i giocatori devono superare il livello minimo di offerte alle due divinità tutti assieme. Durante i propri turni è possibile vedere che tipo di catastrofi avverranno alla fine dell’era e, all’incirca, dove avverranno, tenendo in considerazione che più gli dei saranno adirati, più le catastrofi saranno potenti e difficili da evitare.

Al termine della terza era, sempre che ci si arrivi, si effettua un conteggio finale, che include anche la valutazione di obiettivi segreti scelti a inizio partita che possono dare punti sia positivi che negativi. Chi avrà raccolto più punti sarà il vincitore. Soprattutto nelle prime partite sarà difficile giocare in meno di due ore, a prescindere dal numero dei giocatori. Sopravvivere alla prima era non è così difficile, ma i problemi veri iniziano ad arrivare nella fase centrale.
Ad aiutare un po’ i giocatori ci pensano le carte Idolo, che sono molto forti, ma che perdono un po’ il senso dell’utilizzo in modalità competitiva, perché sono concepite principalmente per gestire i vari aspetti legati alle divinità, che influenzano allo stesso modo tutti i giocatori. E ricordiamo che anche in tale modalità è possibile perdere tutti la partita.
Tindaya: materiali e grafica
Tindaya è un gioco dai materiali sontuosi e abbondanti e dall’ottima grafica. Le plance dei giocatori sono in cartoncino bello spesso, la mappa modulare è facile da assemblare e le icone sono sempre chiare. È stato svolto un ottimo lavoro editoriale e il gioco risulta fruibile ed ergonomico e non occupa neppure troppo spazio sul tavolo nonostante i molti componenti e i due stand tridimensionali.

Il gioco presenta un gran numero di componenti, quindi vi risparmiano l’elenco, ma occorre sottolineare che il lavoro fatto su questo aspetto è davvero di ottimo livello e il risultato è un tavolo colorato e molto chiaro da interpretare, con in più il pregio di non necessitare di un tavolo eccessivamente grande. Anche la scatola è molto robusta e con un ottimo spessore. In questo aspetto Tindaya è decisamente promosso. Per una migliore idea dei componenti potete dare un’occhiata al nostro video di unboxing:
I commenti del topo di ludoteca
Ma quindi, per riallacciarsi al quesito iniziale, Tindaya è adatto anche a chi preferisce titoli competitivi? Per rispondere a questa domanda è necessario stabilire la gradazione delle preferenze. Se giocate solo giochi competitivi e non giocate mai a titoli coop, allora la risposta è probabilmente no. Il gioco ha un’impronta collaborativa molto forte e che non scompare mai del tutto, quindi agli amanti dei competitivi puri risulterà poco gradevole per una serie di motivi, fra tutti la sistematicità dell’approccio del fare le cose “tutti assieme” e non “ognuno per sé” e la possibilità di perdere pur giocando bene per errori di altri giocatori al tavolo. Inoltre, c’è da dire che il setup è impegnativo e la durata è elevata, quindi se siete giocatori di questo tipo è facile far scattare paragoni non proprio accomodanti verso questo titolo.

Se invece siete amanti dei cooperativi e fate spesso serate ibride, potrebbe essere interessante fare partite a modalità alternata. Tindaya non è privo di buone idee e grafica e materiali sono di prim’ordine. Una nota a parte, purtroppo, va riservata al manuale di gioco, un po’ confuso e lacunoso, ma non è un problema dell’edizione italiana perché anche sui siti internazionali si trova qualche lamentela. Nonostante le carte siano ben spiegate e ci siano molti esempi, non sempre tutte le regole sono ben illustrate e chiare fin dalla prima lettura. E questo nonostante il regolamento sia piuttosto corposo con le sue 28 pagine.