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Dog park – Recensione + tutorial

Dog park è un titolo per 1-4 giocatori amanti dei cani con splendidi materiali e un flusso di gioco semplice che lo rende adatto a giocare in famiglia. Ideato da Lottie e Jack Hazel, la versione italiana è a cura di Little Rocket Games.

Dog park
Autore Lottie e Jack HazelDog Park
Grafica Kate Avery, Holly Exley, Dann May
Editore Little Rocket Games
N. di giocatori 1-4
Durata media 45-60 minuti

Dog park: panoramica del gioco

Una partita a Dog park si compone di quattro round durante i quali i giocatori ottengono cani e ne soddisfano le necessità portandoli a fare passeggiate. I fedeli amici a quattro zampe offrono abilità da utilizzare durante la partita o a fine gioco per ottenere punti. All’inizio del round si effettua un’asta a puntata segreta in cui si spendono punti vittoria per reclutare nuovi cani. Ogni giocatore ne otterrà esattamente due, poiché vengono effettuate due aste. Dopodiché si scelgono i cani da portare in passeggiata e si pagano le risorse da essi richieste.

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Si possono portare al guinzaglio al massimo tre cani ed è conveniente portarne il più possibile perché per ciascuno si ottengono 2 punti e perché alla fine di ogni round si perde un punto per ogni cane che non è stato portato a spasso neanche una volta (ciò è indicato dagli appositi segnalini collare che vengono piazzati sulle carte). Infine si effettua la passeggiata vera e propria, che prevede di avanzare liberamente su un percorso con bivio effettuando ogni volta da 1 a 4 passi.

Dog Park

Più tappe farete, più saranno i bonus che otterrete (risorse con cui pagare i cani nei round successivi, punti e possibilità di scambiare carte cane), ma è necessario anche non attardarsi per ottenere più punti, perché l’ultimo arrivato perderà un punto vittoria. Come vedete le regole sono molto semplici, ma in caso di dubbi potete fare riferimento al nostro video tutorial:

A dare varietà alle partite vi sono il gran numero di carte cane, le Previsioni (eventi validi per il round in corso), gli obiettivi segreti personali e le maggioranze di fine gioco, per cui ciascuna delle sette categorie di cani (toy, da lavoro, da utilità, pastori, setter, segugi e da riporto) attribuisce punti a chi ne ha di più, in base a un setup casuale effettuato a inizio partita.

Dog park: materiali e grafica

A livello di materiali Dog park eccelle: le carte sono magnificamente illustrate, tutti gli elementi di gioco sono belli, comodi e colorati, il flavour text è curioso, le abilità dei cani sono chiare, le risorse in legno sagomate carinissine e i comodi vassoietti a forma di osso sono bellissimi, oltre che molto utili. La grafica è curata da due esordienti, Kate Avery e Holly Exley, e dall’apprezzato Dann May, già autore della grafica di giochi come Everdell e Flourish, tra gli altri.

Dog park

Il gioco fa dei materiali e dell’ambientazione il proprio punto di forza, con un effetto sul tavolo che colpisce decisamente e che non potrà che ammaliare gli amanti dei cani. Il gioco è stato portato in Italia da Little Rocket Games nella sola Collector’s Edition, quindi con le risorse sagomate in legno, l’inserto GameTrayz e i segnalini dei giocatori, primo giocatore e turno anch’essi in legno. È possibile dare un’occhiata da vicino ai materiali nel nostro video di unboxing:

I commenti del Topo di Ludoteca

Dog park è un gioco dei bellissimi materiali con un’ambientazione che sicuramente piacerà a molti e che è perfetto per divertenti partite in famiglia con i bambini più grandi. I vari modi di ottenere punti lo renderanno gradito anche ai grandi, però è un gioco molto semplice, che rischia di esserlo un po’ eccessivamente per i gamer più esperti. Le carte sono davvero belle, ognuna dedicata a una razza diversa, nelle sette categorie menzionate, e splendidamente illustrate. Le icone sono grandi e gli effetti ben spiegati tramite testo (la dipendenza della lingua è piuttosto elevata).

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Le abilità dei cani introducono vari modi di ottenere punti a fine gioco, rendendo possibile variare le strategie. Avendo a disposizione soltanto otto carte in tutto bisogna prestare attenzione a ottimizzare le decisioni perché sia i poteri che le maggioranze di fine partita hanno il loro peso. La componentistica di Dog park è praticamente di livello deluxe e il gioco è una gioia per gli occhi.

Dog Park

Inoltre, è presente anche una modalità in solitario ben fatta, dove il giocatore dovrà avere a che fare con ben due automi che si concentreranno sul rubare le carte per ottenere le maggioranze. Gli automi non fanno punti: per vincere la partita è necessario superare dei requisiti diversi per ciascun livello di difficoltà (quattro in tutto), poi confrontare il punteggio ottenuto con una scala di punteggio predeterminata. Presto pubblicheremo sul nostro canale YouTube una partita completa in solitario.

Le regole di Dog park sono semplici e il gioco non è difficile da imparare. Quello che potrebbe mettere un po’ in difficoltà i più piccoli è il dover tener conto dell’effetto di tante carte, quindi il consiglio è di proporlo dai 9-10 anni. La possibilità di scambiare le carte già ottenute è un aiuto prezioso al fine di obiettivi e maggioranze e dona un maggior pizzico di flessibilità.

Dog Park

Utilissimi i cani con abilità di riporto che consentono di ottenere risorse in più con determinate azioni: vi accorgerete infatti ben presto che queste sono quasi sempre molto poche e che non è facile poter giocare tre cani in ogni round. 

Dog Park

7.5

Esperienza di gioco

7.0/10

Materiali e grafica

8.5/10

Rigiocabilità

7.0/10

Pro

  • Ottimi materiali
  • Splendide illustrazioni

Contro

  • Gameplay piuttosto semplice

Barbara Parutto

Fin da bambina Barbara è stata una grande appassionata di giochi da tavolo ed è cresciuta con i classici degli anni '80 e '90. Con il suo compagno ha iniziato a giocare a Magic e da lì al loro primo boardgame il passo è stato breve. Hanno una collezione di circa 300 giochi. Il topo di ludoteca è nato nella scatola di un gioco da tavolo, dove di notte si ritira per dormire. È molto curioso e ogni volta che vede un gioco nuovo gli fremono i baffi per la voglia di provarlo.