Decktective: lo sguardo dello spettro – Recensione
Decktective: lo sguardo dello spettro, gioco investigativo di carte con scena del crimine 3D, è ambientato in un museo infestato da un fantasma.
Torna sul nostro tavolo la serie Decktective, pubblicata da dV Giochi e ideata dai game designer italiani Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino. Vi avevamo già parlato del primo titolo della serie, Rose rosso sangue, che ci aveva lasciato con una grandissima voglia di risolvere un secondo caso… ed ora eccoci qui, a raccontarvi, senza spoiler, com’è andata con Decktective: lo sguardo dello spettro!
Il museo infestato
Il secondo capitolo della serie Decktective cambia completamente ambientazione rispetto al primo e catapulta i giocatori in Scozia, nella nostra epoca. Qui i detective ricevono una chiamata misteriosa da parte di un giovane guardiamo di un museo che sostiene che il luogo sia infestato da un fantasma che ha rapito la sua collega. “Fantasmi? Chi crede ancora ai fantasmi?” vi domandate increduli mentre vi recate sul posto. Eppure sta succedendo qualcosa di davvero strano nel museo Macduff. Riuscirete a risolvere l’enigma?

Come si gioca a Decktective
La serie Decktective è costituita da giochi tascabili composti da un mazzo di… carte e il gioco è davvero facile da imparare. Le regole sono descritte sulle prime carte e si leggono in pochi minuti. Dopo aver assemblato la scena del crimine 3D, ogni giocatore pesca un numero di carte variabile in base al numero di partecipanti, da 1 a 6. Poi, procedendo in ordine di turno, il giocatore attivo utilizza una carta fra quelle che ha in mano. Può decidere di rivelarla, nel qual caso legge il contenuto a voce alta e la carta viene posta sul tavolo, visibile a tutti i giocatori, o metterla in archivio se non la ritiene utile ai fini dell’indagine.

Le carte in archivio restano coperte fino al termine della partita e non è possibile rivelarne il contenuto agli altri giocatori, se non nella fase di discussione finale. Ogni carta ha un valore stampato in alto a sinistra che indica il numero di carte in archivio necessarie per giocarla e renderla pubblica.
Nel corso del gioco si assiste ad alcuni eventi e la scena del crimine si modifica. Un’attenta osservazione dei dettagli della scena è un elemento essenziale per arrivare alla soluzione del caso.
Una volta terminate tutte le carte, i giocatori possono discutere le proprie teorie sul caso e, quando si sentono pronti, svelare le ultime carte per rispondere alle domande utilizzando le clip rosse. Dopodiché potranno leggere la soluzione del caso e calcolare il punteggio ottenuto.

I commenti del Topo di Ludoteca
Già dalla prima indagine, la serie Decktective ci aveva favorevolmente colpiti: con pochissimo materiale, il gioco racconta una storia trasportando i giocatori in un mondo coinvolgente e mettendoli di fronte a un titolo ben congegnato e funzionante. Vi starete chiedendo: Decktective: lo sguardo dello spettro è all’altezza del suo predecessore? Ebbene sì! Anche in questo caso l’indagine è risultata coinvolgente e ben sviluppata, con sorprese e colpi di scena che hanno contribuito a renderla interessante. Quello che davvero colpisce in questa serie è la cura della grafica, la scena 3D che è veramente un elemento geniale e centrale dell’esperienza di gioco, e non solo un aspetto decorativo.

Emerge davvero una grande cura nella realizzazione di questi titoli, che risultano estremamente ben fatti e calibrati alla perfezione. Tra l’altro hanno anche il pregio di porsi a un livello di difficoltà medio, che risulta adatto virtualmente per ogni genere di giocatore.
Per quanto riguarda il numero di giocatori, il gioco ne prevede da 1 a 6, ma in genere io sono propensa a sconsigliare la modalità solitario se non ai detective davvero esperti. Questo perché in linea di massima, nei giochi investigativi o in stile escape room può risultare utile avere più punti di vista e scambiarsi idee per arrivare alla soluzione.
Per concludere, può essere sorprendente il modo in cui un semplice mazzo di carte possa calarti in un intero mondo e farti vivere emozioni… ma non dovrei stupirmi, perché questa è proprio la ragione che rende il mondo dei giochi da tavolo tanto affascinante e magico!
Grazie a dV Giochi per la cortesia e la collaborazione!