Decktective: La morte bara a carte – Recensione
Torniamo a parlarvi della serie di indagini tascabili ideata da Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino e realizzata da dV Giochi per presentarvi il quinto episodio: Decktective: La morte bara a carte.
Come si gioca a Decktective: La morte bara a carte
Giocare a questa serie di gialli tascabili è davvero molto semplice Non è nemmeno necessario leggere un regolamento: infatti, tutte le informazioni che servono per giocare sono contenute nelle primissime carte del mazzo, che illustrano anche i dettagli del caso specifico.
Il gioco è costituito esclusivamente da carte, alcune delle quali vengono inserite nei bordi della scatola per creare la scena del crimine 3D, un elemento essenziale da osservare con molta cura poiché fornisce sempre numerosi indizi utili alla risoluzione dell’indagine.
In seguito, a ogni giocatore verrà distribuito un numero di carte variabile in base al numero dei partecipanti (da 1 a 6).
Durante il proprio turno il giocatore attivo può giocare una carta leggendola ad alta voce e condividendola con gli altri giocatori oppure scartare una carta nell’archivio, se ritiene che non fornisce informazioni utili per l’indagine.
Scartare è necessario perché per essere giocata ciascuna carta richiede come requisito un certo numero di carte in archivio (ovviamente crescente nel corso del gioco). Del contenuto di tali carte non si può parlare fino a fine partita. Dovrete quindi capire (e inizialmente non è facile) quali piste approfondire e quali non portano informazioni utili. Si procede in questo modo fino a esaurire le carte Indagine; dopodiché sarà necessario chiudere il caso rispondendo a una serie di domande. In base alle risposte vi verrà attribuito un punteggio finale.
Materiale e grafica
Come il resto della serie, Decktective: La morta bara a carte è contenuto in una scatola di piccole dimensioni (12,5×9,5×2,5 cm). Il gioco è composto da un mazzo di 60 carte numerate e sette clip rosse. Le carte sono abbastanza spesse, ben illustrate e piuttosto grandi; la grafica semplice e pulita le rende facili da consultare.
Il formato tascabile consente di portare il gioco ovunque, ma è consigliabile intavolarlo in un luogo tranquillo, in cui sia possibile concentrarsi.
I commenti del Topo di Ludoteca
Anche per Decktective: La morte bara a carte confermo quella che è stata fin dall’inizio la mia impressione su questa serie: un piccolo mazzo di carte che crea un’esperienza di gioco molto coinvolgente un cui è necessario prestare grande attenzione a tutti i dettagli e coordinarsi bene nelle scelte.
Il fatto di non poter parlare delle carte archiviate fa sì che le informazioni disponibili ai diversi giocatori differiscono in parte (ovviamente chi scarta una carta l’ha già letta) ed è possibile che ciò incida sulle scelte di gioco delle carte future.
È anche vero, però, che durante la soluzione del caso si può parlare liberamente di tutto ciò che si ricorda, quindi, anche se non si possono ancora guardare le carte archiviate, si possono comunque rimettere insieme i vari pezzi del puzzle.
Il fulcro della serie Decktective è sempre la scena del crimine 3D, che nasconde un gran numero di informazioni utili più o meno facili da individuare. In alcuni casi la scena varia durante la partita, mentre in altri vi vengono aggiunti dettagli che cambiano letteralmente le carte in tavola (perdonatemi il gioco di parole). Davvero sorprendente la profondità che può offrire un mazzo di 60 carte. Anche dopo vari episodi, la serie di investigativi tascabili Decktective mantiene intatta tutta la sua profondità e la sua carica di adrenalina.