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Deckscape: fuga da Alcatraz – Recensione

Deckscape: fuga da Alcatraz è un’escape room da tavolo basata su carte in cui risolvere numerosi enigmi per uscire dal celebre carcere di massima sicurezza.

Deckscape: fuga da Alcatraz è il nuovo titolo, il nono per l’esattezza, della serie Deckscape, un’escape room da tavolo basato su carte di produzione italiana. Questa affascinante serie è ideata da Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino e pubblicata da dV Giochi.

Martino e Silvano sono anche autori della serie Decktective, di cui sono attualmente disponibili i primi due episodi, Decktective: Rose rosso sangue e Decktective: Lo sguardo dello spettro. Vediamo come funziona Deckscape: fuga da Alcatraz senza spoiler sulla trama.

Dietro le sbarre

Vi risvegliate in una cella senza ricordare nulla di quanto vi sia accaduto e dal, panorama, vi rendete conto di trovarvi nel carcere di massima sicurezza di Alcatraz. Perché? Cosa potete aver commesso di tanto grave senza averne il minimo ricordo? O forse c’è un’altra spiegazione? L’unica certezza è che dovete ingegnarvi e tentare di fuggire, ma non sarà affatto facile…

Deckscape

Come si gioca a Deckscape

Le avventure proposte da Deckscape sono molto semplici da imparare. Non c’è un regolamento da leggere, è sufficiente seguire le indicazioni date dalle carte. Le prime carte offrono un introduzione iniziale con le regole generali, ma in seguito vi verranno sempre fornite istruzioni precise su ciò che dovete fare per proseguire nell’avventura. In generale, ogni carta propone un pezzo di storia e uno o più enigmi di vario genere che dovrete risolvere per poter procedere. Prestate sempre molta attenzione alle istruzioni riportate sulla carta e seguitele alla lettera.  

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Cosa serve per giocare

La scatolina di Deckscape: fuga da Alcatraz contiene un mazzo di 64 carte e la Gazzetta di Alcatraz. Oltre a ciò, per giocare servono matita, gomma e un foglio di carta o un taccuino per prendere appunti. Vi segnaliamo che, se non volete scrivere sui componenti di gioco, sarà opportuno fare una fotocopia della Gazzetta di Alcatraz.

Diversamente da altre escape room da tavolo, il gioco non richiede l’utilizzo di un’applicazione mobile.

E se non trovo la soluzione?

Gli enigmi proposti da Deckscape: fuga da Alcatraz sono variabili per difficoltà e, in linea generale, un gruppo di giocatori anche non particolarmente esperti può riuscire a risolverne la maggior parte. Tuttavia, può capitare di bloccarsi e non trovare la soluzione. In questo caso, avete due alternative. La prima è consultare la carta degli indizi, che offre un’indicazione molto generale sugli aspetti a cui prestare attenzione per trovare la soluzione.

Se proprio non doveste riuscire o se la soluzione a cui siete giunti si rivela errata, non preoccupatevi troppo: girate la carta, leggete la risposta giusta e potrete comunque proseguire nell’avventura. Vi verranno attribuite delle penalità che avranno un peso nella valutazione finale, ma riuscirete comunque sempre a continuare a giocare.  

I commenti del Topo di Ludoteca

Deckscape: fuga da Alcatraz è un’escape room da tavolo interessante e realizzata con cura, come tutti i titoli realizzati da questa coppia di autori. Tutte le carte sono curate nei minimi dettagli e sarà proprio a questi che dovrete prestare attenzione per riuscire a procedere nel gioco.

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Un particolare punto di merito sono le illustrazioni, che sono perfette e dettagliatissime e, proprio come nella serie Decktective, sono parte integrante e imprescindibile dell’esperienza di gioco, fondamentali per arrivare alla soluzione.

La varietà e la tipologia di enigmi sono risultate interessanti e di difficoltà variabile. Talvolta, nei casi in cui abbiamo sbagliato, abbiamo notato che un’osservazione più attenta e un’interpretazione più letterale delle indicazioni sarebbero bastate a evitare di sbagliare. Abbiamo trovato la carta degli indizi poco utile: le indicazioni sono molto generali, forse troppo.

In un caso abbiamo trovato le indicazioni poco chiare: nel momento in cui viene indicato di dividere le carte in mazzetti, non è chiarissimo in che modo si debba procedere, personalmente abbiamo trovato la spiegazione un po’ mal formulata, ma questo non ci ha di fatto impedito di procedere o penalizzato più di tanto.

Come per tutti i giochi di questo genere, il mio suggerimento è di giocare in gruppo, perché più persone hanno più idee e punti di vista diversi per arrivare alla soluzione. Quindi il gioco in solitaria è consigliato solo ai solutori più esperti. Inoltre, in questo genere di giochi, anche se gli enigmi proposti sono sempre diversi e non c’è mai un’avventura uguale all’altra, c’è un certo grado di apprendimento nel modo in cui affrontare il gioco, perciò se doveste andate proprio male, non disperate: sicuramente farete meglio la prossima volta. Di sicuro ne gioverà la vostra flessibilità di pensiero e la capacità di valutare le situazioni da punti di vista alternativi, che sono poi le basi per giungere alla soluzione degli enigmi.

Nel panorama delle escape room da tavolo, che è particolarmente florido nel mercato odierno, con una gran quantità di offerte, la nostra opinione è che la serie Deckscape sia uno dei prodotti migliori e più curati. Il fatto che Deckscape: fuga da Alcatraz sia il settimo episodio della serie è senza dubbio un segnale sia dell’esperienza degli autori nella realizzazione di questi giochi che del gradimento da parte del pubblico.


Grazie a dV Giochi per la copia recensione e per la costante disponibilità!


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Deckscape: fuga da Alcatraz

8

Valutazione complessiva

8.0/10

Pro

  • Gioco estremamente curato nei dettagli
  • Adatto a un pubblico ampio
  • Sbagliare penalizza ma non pregiudica il proseguimento dell'aventura

Contro

  • In un caso, spiegazioni non chiare su come procedere

Barbara Parutto

Fin da bambina Barbara è stata una grande appassionata di giochi da tavolo ed è cresciuta con i classici degli anni '80 e '90. Con il suo compagno ha iniziato a giocare a Magic e da lì al loro primo boardgame il passo è stato breve. Hanno una collezione di circa 300 giochi. Il topo di ludoteca è nato nella scatola di un gioco da tavolo, dove di notte si ritira per dormire. È molto curioso e ogni volta che vede un gioco nuovo gli fremono i baffi per la voglia di provarlo.