Brew – Recensione

Autori Stevo Torres
Editore Ghenos Games
N. di giocatori 2-4
Durata media 45-90 minuti
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In Brew 2-4 giocatori si contendono il dominio su varie sezioni di una foresta magica attraverso al piazzamento di due tipologie di dadi, raccolgono ingredienti con cui preparare pozioni e addestrano creature per sfruttarne i poteri. Siete pronti per entrare nei panni di Lello, Myla, Lyric e Wren e rivendicare il controllo della foresta in questo titolo di Stevo Torres localizzato in Italia da Ghenos Games?
Brew: panoramica del gioco
Una partita a Brew si compone di 4 round (stagioni) in cui i giocatori hanno a disposizione 4 dadi Foraggio (del loro colore) e 2 dadi Elemento (bianchi). Nel corso del proprio turno il giocatore attivo può, nelle ordine che preferisce:
- piazzare un dado in una foresta per ottenere risorse e consolidare a spezzare maggioranze;
- pagare Ingredienti per preparare una Pozione (aggiungendo la carta alla mano);
- bere una Pozione preparata (prendendola dalla mano e piazzandola sotto la propria carta Personaggio) per utilizzarne l’effetto.

L’azione di portamento del dado è l’unica obbligatoria e quando un giocatore termina i dadi non può più svolgere nessuna azione nel round un corso, neanche se ha ancora ingredienti o pozioni a disposizione.
I dadi Foraggio possono essere piazzati sia nel villaggio che nelle foreste; su queste ultime consentono di ottenere risorse o addestrare creature. I dadi devono corrispondere al simbolo dello spazio scelto per poter essere piazzati, ma potete anche optare per l’imposizione del dado: in questo caso non si ottiene nulla con il piazzamento, anzi è necessario pagare il tipo di risorsa che si otterrebbe (si tratta di un’azione utile unicamente ai fini delle maggioranze). Anche i dadi Elemento possono essere usati sia sul villaggio che sulle foreste, ma solo su queste ultime se ne applica il potere speciale:
- l’acqua consente di ottenere 3 risorse del tipo indicato anziché una;
- il fuoco va giocato su un dado Foraggio avversario e ne annulla la presenza al fine della maggioranza;
- la nebbia va giocata su un proprio dado Foraggio e consente di riprenderlo per piazzarlo nuovamente in un turno successivo.
Le creature hanno poteri variabili e alcune offrano al proprietario ulteriori spazi in cui piazzare dadi. Un giocatore non può mai avere più di tre creature attive. Quando ne prende una quarta, deve liberarne una. Le creature liberate restano di proprietà del giocatore, ma questi non potrà più sfruttarne le abilità.

Ogni creatura dà punti a fine gioco: un punto se non viene associata a una carta Foresta, tre se viene associata a una foresta della stagione (colore) corrispondente. Alcune foreste presentano due colori, quindi possono ospitare due tipologie di creature, ma ogni foresta può sempre essere associata a un’unica creatura.
Alla fine del round, quando tutti i dadi sono stati piazzati, si assegnano le foreste. Per ottenere una foresta bisogna avere su di essa più dadi del proprio colore di qualsiasi altro giocatore E più dadi del proprio colore rispetto ai dadi bianchi presenti.
A fine gioco si ottengono punti per tutte le proprie foreste, creature e pozioni preparate (bevute o meno), più gli eventuali punti ottenuti nel corso del gioco.
Materiali e grafica
La scatola di Brew è abbastanza piccola ma resistente e all’interno un inserto in plastica alloggia i materiali, che sono tutti di buona qualità. Le carte Foresta hanno un buono spessore. Le carte Pozioni e Creature sono più sottili e potrebbe essere utile imbustarle. Le illustrazioni hanno un bello stile e sono decisamente piacevoli. Carina anche l’idea della plancia Villaggio con il lato Giorno e il lato Notte con azioni differenziate.

Ho due critiche da rivolgere a Brew ed entrambe riguardano i colori. Sulle carte Foresta ogni stagione è indicata da un colore sia sul bordo che sull’interno della carta. Tuttavia, la primavera ha bordo viola (come le creature legate ad essa), ma sfondo verde, una scelta evitabile che rende più difficile visualizzare con immediatezza la caratterizzazione della carta. La seconda riguarda il colore dei dadi dei giocatori: con tutti i colori che esistono, è proprio necessario scegliere un verde chiaro smorto e un verde acqua scuro? Il colpo d’occhio è scomodo anche per i giocatori non daltonici (tra l’altro la stessa scelta infelice di Hippocrates). A parte le lamentele cromatiche, la qualità è comunque di buon livello e la tavolata che ne risulta ha un bell’aspetto.
I commenti del Topo di Ludoteca
Brew è un gioco che a prima vista può sembrare un titolo semplice e carino, ma non fatevi ingannare dai disegni fumettosi e dei teneri animaletti: quello che avete davanti è un gioco senza esclusione di colpi, in cui la competizione per le foreste è serrata, ogni dado va piazzato con la massima strategia e l’interazione è diretta e tagliagole.

Può benissimo capitare che vi state battendo con un avversario per una foresta e ne arrivi un altro che, pur non avendo un interesse diretto, vi mette i bastoni tra le ruote e vi manda a monte i piani. Quattro dadi Foraggio sono pochi per ottenere il controllo (i dadi Elemento non contano a tal fine, anzi vanno contro i giocatori), perciò è molto utile giocare bene le pozioni, che consentono di spostare, eliminare o recuperare dadi già piazzati.
Per fare fronte all’alea del tiro c’è la possibilità di imporre i dadi, ma di fatto le possibilità sono cosi tante che è raro dovermi ricorrere. I poteri delle creature sono molto variabili, ma ce ne sono di simili nei diversi mazzi e il limite di tre creature attive fa sì che non si possa esagerare con le combo. Detto questo, il gioco resta soggetto a un certo grado di alea, ma ci sono molti modi per trarre comunque il meglio da ciò che si ha.

I poteri dei personaggi sono un elemento interessante da aggiungere e sono tutti forti, anche se tutti agiscono su aspetti diversi. Brew è un titolo che può attirare i bambini per via della grafica, ma non è un gioco per bambini o per famiglie: personalmente lo consiglierei a giocatori con almeno un po’ di esperienza e a partire dagli 11 anni, perché l’interazione diretta sulle foreste non è per nulla banale da gestire e richiede di tenere conto dei dadi Elemento di tutti i giocatori.
Per dare un ulteriore tocco di asimmetria potete anche utilizzare la mini-espansione Creature da compagnia, che introduce quattro carte Creatura con poteri unici che fungono da famigli (non contano nel limite di tre creature e non si possono liberare nelle foreste): la loro abilità può essere utilizzata in qualsiasi momento una volta nel corso di ciascun round.

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Beez – Recensione
Il buon numero di pozioni e creature offre una buona rigiocabilità e la possibilità di combo interessanti. In due giocatori il gioco risulta un po’ più controllabile sulla questione delle maggioranze, mentre in quattro aggiudicarsi una foresta a turno è già un buon risultato, non del tutto scontato. In definitiva Brew è un titolo dall’ambientazione fantasy leggero e fumettoso che strizza l’occhio alle combo, ma che richiede un’interazione diretta piuttosto spietata.
Brew
Per concludere
Brew è un titolo di piazzamento dadi e maggioranze dalla grafica fumettosa e scanzonata in cui l’interazione diretta la fa da padrona. Tenere creature e bellissimi dadi personalizzati fanno da sfondo a un gameplay senza esclusione di colpi. Durata media, non adatto come introduttivo per bambini e famiglie.