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Age of champagne – Recensione

In Age of champagne, un gioco di Cyrille Lefranc, Christophe Pouey e Franck Rubarbe pubblicato da Old Hen Games, 1-4 giocatori si sfidano a diventare i migliori produttori ed esportatori di champagne attraverso una meccanica di piazzamento lavoratori.

Panoramica del gioco

Una partita a Age of champagne è composta da dieci round. Si inizia con un piccolo draft di carte che determinano l’ordine di turno e le risorse iniziali di ciascun giocatore, poi inizia la partita vera e propria. All’inizio di ogni round si rivela un evento che si applica a tutti e può essere positivo o controproducente. Poi, in ordine, si piazzano i lavoratori; ciascuno ne ha tre e si procede a piazzare uno alla volta fino a terminarli.

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Solo a questo punto c’è la fase di attiva­zione, che si svolge un ordine preciso attivando una dopo l’altra le varie aree del tabellone. Questo è molto importante perché, ad esempio, l’esportazione si attiva prima della produzione quindi lo champagne prodotto in un certo round sarà disponibile per soddisfare i contratti solo a partire dal round successivo.

Le diverse azioni consentono di:

  • acquisire nuovi vigneti;
  • avanzare sul tracciato della pigiatura del vino;
  • costruire nuove cantine;
  • sponsorizzare i propri prodotti;
  • esportare;
  • produrre champagne.

Una volta risolte tutte le azioni, prima della fine del round si raccoglie l’uva dai propri vigneti. Questa è una fase auto­matica, ma per farlo bisogna avere capacità di pigiatura e spazio nelle cantine.

Age of champagne

I vigneti si dividono in cinque colori (regioni) e producono da uno a tre cubetti di uva di tre varietà dove il blu è la meno pregiata, il nero è medio e il giallo è la più pregiata. A fine gioco un piccolo set collection e le maggioranze per colore attribuiscono punti per i vigneti. Durante la vendemmia si possono raccogliere uve dei propri vigneti, per un massimo di cubetti pari al numero indicato del proprio tracciato di pigiatura e solo se si ha spazio sufficiente per posizionarli nelle cantine. È quindi importante salire sul tracciato e costruire cantine.

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Il vino nelle cantine viene usato per produrre lo champagne: tre cubetti di vino diventano un cubetto di champagne. In base ai colori usati si attengono le tre tipologie più o meno pregiate. Lo champagne può quindi essere esportato, soddisfacendo contratti, o utilizzato per fare marketing e promuovere i propri prodotti, facendo aumentare i punti attribuiti da ogni cubetto durante l’esportazione. Importante è anche il tracciato Ecologia, che rispecchia il vostro impatto sull’ambiente (esportare più lontano generalmente lo fa scendere) e attribuisce o toglie punti a fine gioco in base a quanto siete stati rispettosi dell’ambiente.

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Materiali e grafica

A livello di materiali Age of champagne è un gioco molto semplice, un po’ vecchio stile. La carrettata di cubetti fa battere il cuore agli appassionati dei german classici come me, ma probabil­mente non attira troppo il pubblico medio. Le carte hanno scelte di colore un po’ infelici e per fortuna c’è scritto il nome della regione per distinguerle. Invece sugli eventi, senza l’indicazione scritta, è proprio difficile capire.

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La grafica è molto semplice, ma elegante ed efficace sul tabellone. Anche la plancia dei giocatori offre un effetto visivo carino, ma le cantine faticano a restare nell’apposito spazio (le plance sono scanalate per ospitare marker, cubetti e cantine). Le icone sul tabellone sono molto chiare, quelle sugli eventi non sempre, ma gli effetti di ogni carta sono ben riepilogate sul regolamento.

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I commenti del Topo di Ludoteca

Age of champagne è stato una piacevole sorpresa. Si tratta di un gioco di piazzamento lavoratori stretto, dove le azioni sono poche e gli spazi anche. Il gioco, però, è davvero ben strutturato. Tutto funziona ed è necessario programmare bene le proprie masse e prestare attenzione all’ordine di risoluzione me modo da avere ciò che serve al momento giusto.

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L’interazione è buona perché ci si ruba costantemente tutto, dei vigneti agli spazi che danno bonus, ai contratti. L’ambientazione è molto ben realizzata, a partire dal fatto che anche se i vigneti producono tanto, per ottenerne il completo beneficio bisogna avere buone capacità di pigiatura e spazio in cantina. Poi il prodotto deve invecchiare e infatti lo champagne non può essere esportato o usato per il marketing nello stesso round in cui vene prodotto.

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Il marketing è l’unica azione che richiede due round, quindi di fatto vi blocca un lavoratore per un turno in più. E un’azione forte, perché consente di ottenere molti punti aggiuntivi, ma va usata con cognizione di causa, perché i contratti completati nel corso del gioco non sono poi così tanti. Complessivamente Age of champagne ci è piaciuto molto ed essendo presente su BGA ci rigiocheremo volentieri. Il gioco è stato lanciato su Kickstarter e un Italia è pressoché sconosciuto, ma vale davvero la pena provarlo!

Age of champagne

7.5

Esperienza di gioco

8.5/10

Materiali e grafica

6.5/10

Rigiocabilità

7.5/10

Pro

  • Bella dinamica di gioco che richiede una buona pianificazione

Contro

  • Materiali non eccelsi

Barbara Parutto

Fin da bambina Barbara è stata una grande appassionata di giochi da tavolo ed è cresciuta con i classici degli anni '80 e '90. Con il suo compagno ha iniziato a giocare a Magic e da lì al loro primo boardgame il passo è stato breve. Hanno una collezione di circa 300 giochi. Il topo di ludoteca è nato nella scatola di un gioco da tavolo, dove di notte si ritira per dormire. È molto curioso e ogni volta che vede un gioco nuovo gli fremono i baffi per la voglia di provarlo.